sabato 2 aprile 2016

RACANTU', il Pigato Biodinamico di SELVADOLCE


TENUTA SELVADOLCE si estende per circa 7 ettari sulle Alture di Bordighera nella liguria occidentale, quasi al confine con la Francia.

Nel 2004 la svolta. Dopo che la famiglia ha gestito per anni i terreni dedicandoli alla floricoltura; Aris frequenta un corso/seminario sulla Biodinamica tenuto da Nicolas Jolye e subito si innamora di questa filosofia. Cosi' torna a casa con un idea bene precisa in testa: fare vino e farlo in un certo modo!

Si organizza subito e, dopo aver preso in gestione il vecchio vigneto già esistente, impianta nuove vigne e comincia la produzione, dettato solo dalla passione e delle proprie capacità.
Un inizio difficoltoso che porta anche a parecchi errori ma convinzione e tenacia non mancano.
Cosi', con l'aiuto e la condivisione di amici produttori che la pensano come lui, prosegue nella sua produzione.

Raccolta manuale, fermentazione spontanea ed affinamenti sulle fecce fini sono la base del suo Pigato RACANTU'.

L'annata 2011 (l'ultima in commercio nel 2016) è da subito entusiasmante.
Decisi idrocarburi dichiarano un idea un pò diversa di questo vino o quanto meno di quella che siamo abituati a bere e soprattutto, di quelli che ci propongono quando andiamo a prendere un pò di sole e respirare aria buona nel versante ligure.
Agrume maturo, di ottima beva, fresco e di gran bella e decisa acidità. Forse ancora poco equilibrato. Da bere a litri. Davvero buono!

L' annata 2009 si apre invece su note più dolci, il legno è più deciso, la vaniglia si fa sentire anche se non è predominante ne stucchevole. La frutta diventa quasi sciroppata e la spezia evidente.
Note da Bourbon si svegliano qua e là. In questo caso l'equilibrio tra naso e bocca è invece molto buono.
A mio parere il meno interessante dei tre in degustazione. Probabilmente solo in un momento poco felice.

La 2008 si fa notare subito per caratteristiche ancora diverse.
Nato per caso come vendemmia tardiva, venne messo in commercio l' anno successivo per poi essere ritirato poco dopo. Non era ancora pronto, bisognava aspettare, queste le impressioni.
A distanza di anni ce lo ritroviamo ambrato nel bicchiere, molto invitante, con note di frutta disidratata, erbe aromatiche, macchia mediterranea, dalla bocca calda e avvolgente pur mantenendo freschezza ed acidità. Gustosissimo. Decisamente un vino non adatto a tutti i palati.

Nel complesso una degustazione molto interessante che ha dato modo ad appassionati e non; di conoscere un altra realtà di nicchia della nostra bellissima italia enologica che, nel bene e nel male, sa creare delle eccellenze assolute ma che causa la mentalità del bel paese e l'inesperienza di alcuni ristoratori fa si che questi vini vadano esportati per la quasi totalità all'estero dove invece ricevono i giusti riconoscimenti.

Aggiungo che il profilo sensoriale di questi vini è in continuo cambiamento quindi non stupitevi se bevendoli, troverete diverse impressioni.

Complimenti agli amici del VINODROMO per la serata e per la continua ricerca che propongono.

Salute!





(foto di Chiara Polidoro)

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