giovedì 3 novembre 2016

"QUI A MILANO", IRPINIA E FIANO!

Qui in provincia di Milano (anzi dovrei dire Monza e Brianza per la verità) si trovano poche etichette di Fiano di Avellino e di vini irpini, generalmente di annate molto giovani e/o di vini molto conosciuti. Mi sono sempre chiesto, pensando alla longevità del vitigno, quanto si dovesse aspettare realmente per berlo e quanto realmente le varie zone influissero sulle caratteristiche finali del vino.
Dopo esserci stato, proprio durante questo week-end di fine ottobre, mi sono fatto una mia personale idea, ancora non del tutto chira e definita, ma una mia idea.

"Qui a Milano" il Fiano è raccontato in maniera marginale e distorta, come fosse un entità strana, indefinita, da attendere all'infinito per poterne apprezzare l'essenza, quasi senza mai poterne godere davvero se non nell'annata eccezionale di un produttore miracolato.
"Qui a Milano" il Fiano sembra vivere di infinita riconoscenza alla sua terra d'elezione, la bella Irpinia, comprendendone solo in parte però le molteplici caratteristiche e pensandola come una "zona da vino" in stile Borgogna, basata solo su quello e parcellizzata in maniera maniacale in sottozone perfettamente deliniate alle quali rimandare l'unico compito dell' espressione nella bottiglia.
"Qui a Milano" si stappa o troppo presto o troppo tardi e si vive questo vino con un importanza "da natale" e unicamente per palati sopraffini.

Quello che so personalmente, è quello che ho visto con i miei occhi ed è molto distante da queste scherzose visioni. Ho visto un terra poco sfruttata dalla produzione massale. Ho visto vigneti che rispettano una tradizione che si respira nell'aria a pieni polmoni. Ho vissuto momenti bellissimi ed importanti che terrò bene a mente. Ho visto la passione dei piccoli che come sempre mi affascina più di ogni altra cosa. Ho visto e sentito diverse espressioni di questa Irpinia, tutte però veritiere e tutte nobili. Ho visto che attendere non sempre serve se conosci cosa bere. Ho visto che, come sempre, non si può bere solo annate eccelse e perfette e che proprio nella difficoltà, nascono le grandi interpretazioni. Ho visto come sempre, che di vino se ne parla tanto e se ne beve e vende (o compra) troppo poco.

Ore 14.30 del 28 novembre 2016:


VENTITRE' FILARI
Montefredane

Una nuova e piccola realtà. Tremila bottiglie l'anno da un singolo vigneto, con piante di età media di 25 anni su terreno argilloso con esposizione Sud/Est. Una vigna di Fiano coltivata per anni dal nonno di Rossella, dal quale si è sempre fatto vino per se e per gli amici.
La sensazione entrandoci è quella di stare tra cielo e terra. Alle spalle il centro storico del piccolo borgo e all'orizzonte le montagne a far da cornice. Silenzio, tradizioni e rispetto per questi 23 filari posti a 450 metri circa. Piante di impressionante diametro e terreno potente.

Il vino che nasce da qui si chiama Numero Primo. La prima annata è la stata la 2014, ad oggi in vendita. Un vino che attende il giusto momento per entrare in commercio, senza fretta. Per la 2015 infatti, bisognerà attendere la prossima primavera.
Un Fiano fermentato con lievi autoctoni dal colore brillante ed abbastanza intenso, dai profumi agrumati molto accattivanti, complesso e ricco di sfumature. La bocca è potente ma allo stesso tempo fresca e dinamica. Un vino dalle forte vena minerale che una volta stappato dura poco perchè buonissimo.
Oltre alla fantastica ospitalità ricevuta che vale da sola il viaggio, ho avuto modo di bere anche l'annata sucessiva che ad oggi è ancora in fase embrionale ma già denota una grandissima freschezza, maggiore forse della precedente, ed un potenziale altrattanto interessante. Un vino che probabilmente andrà ancora più atteso, figlio di un'annata di certo meno difficoltosa.
Un progetto giovane, ambizioso ed unico, che vedrà il sorgere di una futura cantina e il recupero di alcune vigne storiche sempre nel comune di Montefredane per vinificare dei veri e propri CRU.


...e durante il pomeriggio:

ANTICO CASTELLO
Mango sul Calore


Giro veloce in questa realtà anch'essa gestita da giovani fratelli, dal potenziale produttivo di 40.000 bottiglie anno circa. Bella ed attrezzata cantina dove le moderne vasche di acciaio si alternano alla barricaia dove sono presenti per lo più grosse botti di castagno per l' affinamento dell' uva Aglianico, quella che più mi è piaciuta.

Ore 10.30 del 29 novembre 2016:


MASSERIA MURATA
Mercogliano

Coda di Volpe centenaria
Ci troviamo ai piedi della collina sul quale sorge il Santuario di Montevergine e di fronte all' Abbazia di Loreto.
Ad accoglierci è Gianluca Argenziano che ci regala subito interessanti cenni storici del luogo ed una bella storia sulla viticoltura irpina.
Gli ettari vitati sono circa otto, alcuni adiacenti alla cantina ed altri in località specifiche a seconda del vino che si vuole proporre.
Dopo un giro nella vigna di Coda di Volpe, nel quale sono presenti piante centenarie, andiamo in cantina per cominciare quello che sarà un vero e proprio tour di assaggi.
Anche qui il vino si prende il suo tempo prima di essere commercializzato ed ogni annata ha interpretazioni diverse a secondo del risultato.

Molto interessante il Fiano 2011 ancora in affinamento in acciaio che verrà imbottigliato a fine anno. Fine, agrumato e sapido.
Molto più irruento e acido il Greco di Tufo (se non ricordo male annata 2013) della vasca a fianco.

Spostandoci in barricaia ci si immerge in un luogo anecstrale e dal fascino prezioso.
Fermentazioni dirette in legno per due tonneaux di Fiano di Avellino 2011, stessa annata, stessa lavorazione ma espressione molto diverse tra loro perchè, come ci spiega Gianluca, ogni contenitore ha la sua storia, ed ogni vino all' interno un' interpretazione differente. Devo dire con stupore che in nessuna delle due, il legno (esclusivamente usato) ha intaccato il vino con troppe nuance anzi, la qualità delle uve ed il costante controllo ha permesso uno scambio a favore dell'ottima evoluzione del liquido.

Passando ai rossi l'assaggio ha riguardato svariate annate di Aglianico atto a divenire Taurasi oppure Campi Taurasini, ma questo si deciderà poi. Dal 2010 in castagno da 25 Hl siamo passati a vari tonneaux tra cui uno contenente l'annata 2007 ancora in divenire.
Tutti vini molto importanti, ricchi di struttura e di tannino, che avranno bisogno di anni per esprimersi al meglio, proprio come vuole la filosofia della cantina.

Ultimo vino assaggiato, sorpresa finale come ad essere un gentile regalo, è stato il Coda di Volpe annata 2008. Freschissimo, integro, diretto e complesso. Un bottiglia davvero incredibile!


Ore 16.00 circa del 29 novembre 2016:


TORRICINO
Tufo

Siamo nella patria del Greco di Tufo chiaramente, ma per questa cantina dal 2014, non solo.
Infatti in quest'annata, da una vigna in gestione nel poco distante cumune di Pratola Serra e su terreno argilloso, è stata fatta una riserva di Fiano di Avellino, il Serrapiano.
E' un vino molto profondo che si lascia scoprire pian piano. Il bocca è molto fresco e di grande acidità. Non di facile interpretazione se bevuto troppo giovane probabilmente. Da attendere nel bicchiere per assaporarne a pieno le bellissime sfumature.

Un'altra riserva di casa è il Greco di Tufo Raone, da una vigna posta sopra le storiche miniere del paese, con terreno calcareo-argilloso ricchi di zolfo.
Da qui ne deriva un vino che andrà atteso per esprimersi al meglio, molto elegante e raffinato nei profumi di pesca e dalla vena minerale.

Anche gli altri vini sono decisamente buoni, solo più freschi e diretti.


Un esperienza unica vissuta in primis anche grazie a Lello Tornatore della Tenuta Monte Laura, grandissimo conoscitore e scopritore di piccole realtà del territorio che mi ha aiutato nel mio percorso e dal quale ho trascorso un pranzo a base di prodotti locali strepitosi e difficilmente reperibili. Tra l'altro produce anche un ottimi vini: un Fiano di Avellino in versione ferma, ricco di struttura e con una bella acidità che ne stimola la beva, una versione spumante imbottigliata con i propri lieviti dai profumi officinali e decisamente citrina, ed un Aglianico non molto alcolico e ben equilibrato.

Fiano di Avellino 2013
Ottime disponibilità, nuove e belle conoscenze, strepitosi vini..che dire di più?

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